Gulzhan Khamitova è la seconda ricercatrice dell’Università di Camerino ad aver conseguito il dottorato in chimica e scienze farmaceutiche nell’ambito delle attività promosse dal “Research and Innovation Coffee Hub” (RICH), una piattaforma di ricerca internazionale sul caffè, frutto della collaborazione tra Simonelli Group e l’Ateneo camerte. Nei tre anni di dottorato, ha condotto un lavoro di ricerca analitica e sperimentale avanzata sull’ottimizzazione del processo di estrazione del caffè espresso, applicata in particolare a una tipologia specifica di macchine da caffè ad uso dei servizi di bar e ristorazione.
Già laureata con lode in chimica presso l’università nazionale kazaka di Al-farabi KazNU, e in Chemical Engineering with Design presso l’Università di Manchester (UK), prima del triennio di dottorato a Camerino, Gulzhan Khamitova ha lavorato per cinque anni nel laboratorio di chimica strumentale dell’Università di Nazarbayev ad Astana (Kazakistan).
Seguendo la sua passione e curiosità, è arrivata così in Italia per studiare la preparazione del caffè espresso, un meccanismo complesso caratterizzato da diversi fenomeni chimici e fisici, molto difficili da controllare e ottimizzare anche nelle più avanzate macchine da caffè. D’altronde, l’ottimizzazione del processo di estrazione del caffè rappresenta un campo di prova interessante non solo per gli scienziati, ma anche per molti degli operatori coinvolti in vario modo nel mondo del caffè, non escluso il consumatore finale.
Si tratta di un campo di ricerca su cui Simonelli Group è impegnata da molti anni e che dal 2016 ha avuto un ulteriore sviluppo con la decisione dell’azienda marchigiana di costituire un apposito centro di ricerca con l’Università di Camerino.
La collaborazione tra i tecnici di Simonelli Group con i docenti dell’ateneo camerte ed il coinvolgimento di ricercatori e dottorandi, ha portato a notevoli risultati e tra questi di particolare rilievo è stato lo studio su cui si è concentrata la ricerca di Gulzhan Khamitova poiché offre un importante contributo alla comprensione di come le diverse variabili (temperatura, pressione dell’acqua e dimensioni della particelle del caffè macinato) possono influenzare la bevanda ottenuta in tazza alla fine del processo di estrazione dell’espresso italiano. La ricerca ha permesso di definire le migliori combinazioni tra le diverse variabili e parametri analizzati, con l’obiettivo ultimo di trasferire questi risultati nel campo industriale, applicandoli nel processo di produzione delle macchine da caffè.
La parte sperimentale della ricerca è stata condotta presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Aveiro (Portogallo), presso il quale la dottoranda ha avuto l’opportunità di trascorrere sei mesi di ricerca grazie a un accordo di collaborazione e interscambio fra l’Università di Aveiro e quella di Camerino.